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Molti dei prodotti presenti sui nostri scaffali sono contraddistinti dalle certificazioni di qualità: acronimi alla fine del nome o un simbolo colorato sull’etichetta.

Per semplificare la tua spesa ecco una piccola guida ai marchi di qualità europei e italiani.

 

DOP, Denominazione di Origine Protetta. È la sigla più conosciuta e utilizzata, ufficialmente riconosciuta e condivisa a livello europeo. Conta più di 400 vini e 160 prodotti italiani registrati, fra cui particolarità come l’aceto balsamico tradizionale di Modena. Contraddistingue gli alimenti e i vini le cui caratteristiche gustative possono essere attribuite all’appartenenza a un determinato ambiente geografico: per questo, la sigla è assegnata solo a specialità alimentari prodotte e lavorate in aree precise e secondo un determinato disciplinare di produzione.

 

DOC, Denominazione di Origine Controllata. È la sigla storica, istituita sin dagli anni Sessanta e conosciuta da tutti in Italia. È stata storicamente utilizzata come marchio per i vini di qualità prodotti in aree geografiche di dimensioni piccole o medie, con caratteristiche attribuibili al vitigno, all’ambiente e ai metodi di produzione: i primi prodotti sono stati riconosciuti nel 1966. Dal 2010 non viene più rilasciata ma è ancora consentito l’utilizzo.

 

DOCG, Denominazione di Origine Controllata e Garantita. Al pari della sigla DOC, questo marchio fa ora parte della grande famiglia DOP: è in ogni caso attribuito ai vini già riconosciuti come DOC e ritenuti di particolare pregio da almeno 10 anni. Qualche esempio? L’Aglianico del Vulture Superiore, il Barbaresco, il Brunello di Montalcino.

 

IGP, Indicazione di Origine Protetta. È la seconda tipologia di sigla condivisa a livello europeo. A dispetto del nome, indica alimenti e vini tipici di una determinata area geografica e che lì sono prodotti, trasformati o elaborati: questo vuol dire che un determinato prodotto, pur lavorato nella zona indicata secondo metodologie specifiche, può provenire da una diversa regione o persino dall’estero.

 

IGT, Indicazione Geografica Tipica. Era la terza sigla in uso per i prodotti enologici fino al 2010 mentre oggi è stata ricompresa nel marchio IGP. Per ottenere questo riconoscimento, i vini devono essere prodotti con almeno l’85% di uve provenienti dall’area geografica indicata.